Presidio di protesta davanti al Pala de Andrè martedì 28 settembre alle ore 9 organizzato da Legambiente Ravenna, Coord. Ravennate Per il Clima Fuori dal Fossile e Fridays for Future Ravenna, per l’inaugurazione della nuova edizione di OMC. La mobilitazione continua anche nel pomeriggio del 29 e 30 settembre in Piazza Einaudi con banchetto informativo.
Torna a Ravenna la nuova edizione dell’evento internazionale che vede protagonisti gli attori del settore energia del bacino mediterraneo. Da quest’anno cambia il nome ma non la sostanza: la maggior parte degli attori infatti sono legati al mondo dell’estrattivismo del fossile come Eni, Total e Shell.
Il tema cardine dell’edizione di quest’anno sarà la transizione energetica. Si legge sul sito di OMC: “Negli anni più recenti la crescente consapevolezza dell’opinione pubblica sui cambiamenti climatici ha spinto l’industria petrolifera e del gas verso un mix energetico a basse emissioni di carbonio. Si sta investendo massicciamente nell’innovazione che sarà la chiave per iniziare a riposizionare l’energia, muovendosi verso la neutralità del carbonio e le pratiche di valorizzazione del gas, sviluppando allo stesso tempo fonti di energia pulita per fornire soluzioni per un futuro sostenibile a basse emissioni.”
Secondo gli ambientalisti però la transizione energetica non si fa a parole altrimenti rimane solo greenwashing, cioè dare illusione di modificare qualcosa per lasciare sostanzialmente tutto inalterato: “queste parole potevano avere un senso 40 anni fa, ma ora è necessario passare direttamente ai fatti. E’ inammissibile parlare di pratiche “per la valorizzazione del gas” giustificando progetti di sequestro del carbonio affiancati al rilancio di attività estrattive. “
Infatti, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia nell’ultimo rapporto “Net Zero by 2050: a road map for the Global Energy Sector” rileva come non sarebbe possibile raggiungere l’obiettivo di decarbonizzazione al 2050 se ad oggi si perforassero nuovi pozzi per estrarre idrocarburi.
Anche questa edizione rischia di divenire meramente una sede per dare spazio prevalentemente alle attività legate al fossile e molto meno ai progetti 100% rinnovabili. Sempre l’Agenzia Internazionale per l’Energia insiste nel dire che per parlare di transizione energetica, nel 2021 è necessario concentrarsi prevalentemente, se non esclusivamente, sulle energie rinnovabili.
Inoltre, una grave questione politica: tra gli ospiti di punta vi saranno anche il Ministro del petrolio e delle risorse minerali dell’Egitto ed il Ministro del petrolio e del gas della Libia. Ospiti alquanto discutibili, rappresentativi di quei governi che purtroppo conosciamo per il caso Giulio Regeni e Patrick Zaki, e per le drammatiche condizioni dei lager libici.
Invitiamo la società civile, il mondo politico, i cittadini e la stampa a partecipare alla mobilitazione