Pubblicato sul settimanale di Ravenna & Dintorni, come paragrafo opinioni sull’approfondimento legato agli interventi di viabilità e nuove strade (5-11 novembre 2020).
Sul territorio regionale il tema strade rimane certamente un nodo centrale nelle politiche di sostenibilità ambientale. La regione Emilia Romagna ha definito obiettivi ambiziosi per la decarbonizzazione della nostra economia che vede il tema dei trasporti sicuramente una delle sfide da risolvere. Senza contare poi degli obiettivi della stessa regione sul consumo di suolo zero che vedrebbe diverse infrastrutture stradali non conteggiate nel limite del 3% di territorio urbanizzato in quanto considerabili “strategiche”.
Il Recovery Plan che si sta ad oggi delineando dovrà definire delle priorità operative a cui indirizzare le nuove risorse economiche ed è chiaro che l’apertura di nuovi cantieri rimane un fattore di interesse per le amministrazioni locali.
Nonostante ciò, la vera priorità dovrebbe essere quella dei tanti piccoli cantieri di manutenzione del territorio e delle infrastrutture presenti. Difatti la Regione Emilia Romagna non perde occasione per chiedere risorse allo Stato su nuove infrastrutture stradali, senza porre la stessa enfasi alla richiesta di risorse necessarie alle pratiche di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Scelte che poi trovano una loro traduzione e accoglimento anche a livello delle politiche più locali
Facendo considerazioni più sul nostro territorio, è importante che le pianificazioni regionali (PRIT) dialoghino con quelle dei territorio (PUMS), ponendo obiettivi vincolati alla necessaria diminuzione della circolazione dell’auto privata, oltre alla possibilità dello smart working che sta vedendo tutto il mondo considerare diversamente gli spostamenti.
Fatte queste premesse è chiaro che l’idea di veder realizzate sul territorio di Ravenna, ulteriori strade, non rappresenta una soluzione sotto tanti punti di vista: quello del miglioramento della viabilità, che di base dovrà puntare piuttosto su una riduzione del trasporto su gomma, quello del lavoro, in quanto le priorità dovrebbero essere i numerosi cantieri manutentivi (vedi le nostre statali dissestate anche a seguito dei numerosi diserbi e carenza di caditoie per l’acqua), e quello legato agli obiettivi sulla riduzione delle emissioni.
La Regione da un lato ha fatto scelte condivisibili, come quelle di potenziare l’arrivo merci su ferro al porto di Ravenna, ma è ancora troppo poco rispetto alle risorse destinate a nuove strade.
Sul piano locale vogliamo citare:
Dalla “Nuova Romea”, la proposta di nuova strada a 4 corsie, di collegamento tra Ravenna e Venezia, che impatterà su aree di importante interesse naturalistico, alla “Bretella Mattei” nel quartiere San Giuseppe, per poi citare la variante della Ravegnana e la bretella di Porto Fuori, così come altri interventi legati all’Adriatica e Fosso Ghiaia e la tangenziale di Faenza.
La nuova visione deve essere quella di limitare il traffico su gomma (merci e cittadino), rendere le strade più sicure e destinare le risorse alla manutenzione ed alle opere strategiche su ferro migliorando il collegamento tra le città (anche facilitando la fruizione ciclabile del territorio) quindi abbandonando l’idea di nuove strade.