E’ altro il disaccordo rispetto la scelta di destinare più di 15 milioni di euro per un’opera come quella del Palazzetto dello Sport e solo pochi spiccioli per la tutela di Lido di Dante e la messa in sicurezza del territorio.
Approvato il primo stralcio da 2 milioni di euro, per una serie di interventi finalizzati alla tutela, salvaguardia e fruizione di alcune aree di Lido di Dante che ammontano ad una somma complessiva di quasi 6 milioni di euro. Il contributo per quest’opera, arriva come di consueto dalle compensazioni ambientali di ENI.
Nel frattempo, riparte la carica per la realizzazione del Palazzetto dello Sport, un’opera di discutibile utilità per la città, in cui verranno investite forze finanziarie per oltre 15 milioni di euro. Come è possibile leggere dalla stampa locale, i fondi deriveranno principalmente dall’IMU delle piattaforme.
“Per quale ragione, si continua ad intervenire sulla costa di Lido di Dante, solamente attraverso operazioni di lieve entità, di breve durata e dall’investimento irrisorio?”
Infatti, si parla di possibili 6 milioni, da spartire tra salvaguardia e fruizione della località. Inutile dire come il termine fruizione “controllata”, in una zona di alto pregio naturalistico e dagli equilibri ecologici precari, spaventi non poco, ma sarebbe ulteriormente interessante capire quanto sarà concretamente destinato alla salvaguardia di queste zone e di chi le abita.
Da una parte non si bada a spese per quella che sarà questa nuova grande opera dedicata allo sport e dall’altra, dove invece è a rischio un intero ecosistema , non si ha la capacità di fare uno sforzo sistemico e di capire che la messa in sicurezza del territorio di Lido di Dante può provenire solamente da un progetto organico e non da piccoli interventi che, come in questo caso, non sono altro che “corridoi” per altre operazioni non finalizzate all’effettiva tutela (magari con la costruzione di altre “bellissime” e “utilissime” passerelle in legno!). Senza considerare che interventi di questo tipo, saranno sempre più necessari ad impedire la sommersione dell’intera città, come evidenziato dagli scenari al 2100, presentati dall’ENEA.
Dal momento che sono presenti, invece di destinare i fondi provenienti dalle attività estrattive in progetti che a loro volta diverranno energivori nella loro gestione, sarebbe opportuno fare veri investimenti nella messa in sicurezza del territorio in un’ottica di resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici. Ad oggi, sono questi gli unici investimenti veramente spesi bene per la comunità.