Superare il gas come fonte energetica di transizione: invitiamo alla riflessione coloro che oggi convivono con la subsidenza e, domani con futuristici impianti di GNL, stimolando momenti di confronto.
Nella rassegna stampa degli ultimi giorni, si legge la posizione del Sindaco de Pascale rispetto l’insostenibilità della piattaforma Angela Angelina a Lido di Dante, la cui attività estrattiva si esplica estremamente sottocosta. Ricordiamo al Sindaco come storicamente si sia opposta alla realizzazione della struttura, denunciando fin dall’inizio le problematiche che sarebbero potute emergere. Criticità che insieme ad altre associazioni, opposizioni politiche e tecnici ( ing. Roncuzzi, ing. Zambon, ing. Preti ), sono sempre state denunciate e oggi esplicitamente confermate dallo stesso De Pascale.
“Forse in quegli anni il Sindaco non faceva parte della direzione del partito che amministrava questa città, ma pare giusto sottolineare come la denuncia espressa sia sempre stata puntuale, ribadendo più volte l’insostenibilità di Angela Angelina durante ogni passaggio di Goletta Verde e cogliendo l’occasione per riportare l’attenzione su questo tema conferendo la “Bandiera Nera” ad ENI ed al nostro comune.”
Nonostante questo, siamo stati sempre additati come rappresentanza di “ quelli del NO a priori”, soprattutto da parte dei nostri amministratori.
E’ chiaro che aldilà della polemica e dei reciproci comunicati stampa, non si può che essere soddisfatti di questo sviluppo, anche se di fatto i danni antropici provocati dall’estrazione del metano che cumulativamente hanno contribuito alla subsidenza, sono ormai irreversibili, come è ormai irreversibile l’incremento del tasso di abbassamento del suolo provocato che si protrarrà per altri anni dopo la totale dismissione degli impianti.
“In ogni caso, condividiamo questa denuncia storica per il futuro del nostro territorio, e saremmo lieti di avere il Sindaco tra i nostri soci, dandogli la possibilità di partecipare per quanto possibile alle nostre riunioni ed aprendo un confronto nel merito dei problemi.”
Rimaniamo comunque perplessi per la scelta che il sindaco lascia trapelare: “No all’Angela Angelina e Si al deposito di GNL”. Sicuramente il gas naturale liquefatto può abbattere i livelli di emissione rispetto ad altri carburanti utilizzati per la navigazione, ma sono tante le questioni da mettere a sistema prima di dire “Si” al deposito: innanzitutto la distanza dello stesso dal centro abitato, l’effettivo beneficio che apporterebbe in base al traffico navale che interessa il nostro porto (al momento sono solo 200 nel mondo, le navi a GNL di cui 72 unità per trasporto passeggeri, con un totale di sole 103 navi operative), la coerenza finanziaria dell’investimento, le perplessità del trasporto su gomma del gas e del numero di camion che incrementerebbero il traffico stradale, gli effettivi rischi e la possibilità di sviluppare tecnologie alternative per il trasporto navale delle merci ed il funzionamento del porto (motori ibridi, “eco” cabotaggio e banchine elettrificate). Senza inoltre considerare che il porto di Ravenna, in questi primi 5 mesi del 2017, ha registrato un -3,2% di movimentazioni.
Condizioni che devono essere discusse in sedute pubbliche e informative, così che siano i cittadini , i portatori di interesse, le associazioni di categoria ed in primis i residenti e le attività economiche di Marina e di Porto Corsini a decidere o meno sulla realizzazione dell’impianto.
“Ricordiamo inoltre che importanti studi a livello mondiale sottolineano come il gas ad oggi non possa più essere definito una fonte energetica di transizione, a prova anche del processo di decarbonizzazione che sta vedendo partecipi diversi paesi europei (vedi la strategia energetica francese e la Energiewende tedesca) e non solo”.
Rispondendo anche all’ultima nota del Consigliere Regionale Gianni Bessi, le riserve di gas ancora presenti, non sono una risorsa, ma un pericolo. Infatti, secondo la campagna internazionale “Keep it in the ground”, se fossero utilizzate tutte le riserve di idrocarburi conosciute, immetteremmo in atmosfera ben 2795 gigatonnellate di CO2 a fronte del limite di 595 gigatons; limite per il mantenimento dell’aumento della temperatura media globale entro i 2°C. Lasciarle li dove sono è come avere un piccolo conto in banca, che sicuramente con gli anni aumenterà di valore divenendo riserva emergenziale.
Inoltre, ricordiamo al Consigliere Regionale rispondendo al suo precedente comunicato, che l’India non è l’Europa, ma una nazione per due terzi con produzione di energia a carbone, che ha ancora quasi 300 milioni di persone senza elettricità. Infatti, le posizioni del governo indiano parlano di una previsione di forte aumento di consumo di energia, ma nello stesso tempo di vera decarbonizzazione, investendo moltissimo nelle rinnovabili, con lo scopo di eliminare le fonti fossili entro il 2030 dal trasporto pubblico e privato. Quindi nella fase di transizione, che sarà pluridecennale, diventa consequenziale sostituire le centrali a carbone con il GNL, se si vuole raggiungere l’obbiettivo di ridurre in tempi brevissimi l’inquinamento e la produzione di CO2. Ed allo stesso tempo il Governo indiano investirà fondi importanti per elettrificare le banchine dei loro 12 più grandi porti commerciali.
In Europa la storia è differente: la previsione di consumo energetico sono in diminuzione e lo saranno di più nei prossimi decenni per impegni presi dagli attuali governi. Dal 2005 al 2015 il consumo di gas è diminuito, quindi non esiste il motivo di definire il gas “oro blu”, appellativo di riconoscimento dell’acqua, oggi risorsa sempre più preziosa e carente anche a causa degli stessi cambiamenti climatici.
Concludiamo ricordando al Sindaco De Pascale che oltre allo smantellamento della piattaforma, ci sono ancora diverse proposte da valutare, come la possibilità di istituire un Parco Nazionale per il Delta del Po e l’attuazione di una vera gestione sostenibile di tutte le aree vallive , fluviali e pialasse ( ove è radicata da anni una non sostenibile e incontrollata presenza di insediamenti ad uso “capannistico”). Non da ultimo il tema della gestione dei rifiuti nel ravennate e la presenza di importanti quantità di rifiuti nei litorali in prossimità della Foce dei Fiumi Uniti. Argomenti sui quali Legambiente è disponibile ad un confronto. Tutti temi che richiedono un impegno da parte dell’amministrazione nell’istituire dei tavoli di confronto diretto coi cittadini, come già accade in Francia, Inghilterra, Germania e Olanda.