#BoicottiamoilPinkWashingdiENI
“A seguito della proposta da parte di ENI di illuminare le piattaforme metanifere Angela Angelina (concessione A.C 27. EA a Lido di Dante) e PCW-T (concessione A.C 26.EA a Porto Corsini) in occasione delle giornate del 7 e 8 luglio per la Notte Rosa, il “Fronte Anti-Trivelle Ravennate” con il sostegno del Coordinamento Nazionale NO TRIV, lancia una campagna di boicottaggio invitando il pubblico e gli artisti coinvolti a non presentarsi durante le due serate”.
Da Eni, si rileva una strategia di marketing spicciola, che sbeffeggia letteralmente le comunità locali visti i danni che l’attività di queste strutture hanno arrecato nel corso del loro operato. Infatti, trattandosi di attività nelle immediate vicinanze della costa, sono complici del fenomeno della subsidenza, che sta mettendo a rischio diverse località sulla nostra riviera.
A Lido di Dante, i dati ARPAE (ex ARPA), ci dicono che Lido di Dante sprofonda di un valore pari a 2 cm all’anno, incrementando i fenomeni erosivi da parte del mare ed amplificando i danni provocati dalle mareggiate. Quasi mezzo centimetro in più, rispetto al periodo antecedente il 1999 e che vide proprio un anno prima, la realizzazione della piattaforma Angela Angelina e l’incipit dell’estrazione sotto costa.
Una scelta poco rispettosa nei confronti del nostro territorio, ma anche del mondo intero e dell’impegno estremamente urgente per far fronte alla sfida dei cambiamenti climatici. Un fenomeno direttamente correlato ad un sistema economico basato sulla combustione delle risorse fossili e che mette ulteriormente a rischio la riviera romagnola a seguito dell’incremento del livello del mare, che ne conseguirà.
Ancora più sconcertante è l’idea che una società come ENI, che in Basilicata è artefice dello smaltimento di ben 400 t di petrolio nella Val d’Agri, vanga permesso, da parte del Comune di Ravenna, di sfoggiare e valorizzare la propria presenza sul territorio. Sicuramente riconosciamo il merito dovuto all’estrazione del gas metano per lo sviluppo economico ed occupazionale del ravennate. Un merito che però, ad oggi, va superato a fronte di problematiche di ordine ed impellenza maggiore attraverso una serie di reali investimenti diretto allo sviluppo di fonti energetiche alternative, più pulite e democratiche.
Riteniamo quindi inaccettabile, questo tentativo da parte della società di rassegnare il pubblico all’idea della presenza delle piattaforme e di tutto ciò che rappresentano. Pertanto, ci appelliamo a chiunque ritenga questa scelta fuori luogo, anche nel tentativo di fare pressione sull’amministrazione comunale in modo che possa ritirare la proposta di “social e pink-washing” da parte del “Cane a 6 Zampe” (è possibile sostenere la petizione sulla piattaforma avaaz.org).
Il Coordinamento Nazionale NO TRIV, insieme al “Fronte Anti-Trivelle Ravennate”: Legambiente Ravenna, Meetup a Riveder le Stelle Ravenna, Gruppo Rottama Italia Ravenna, Sinistra Italiana Ravenna, Ravenna in Comune.